Protezione civile, allerta e fasi operative: da oggi un'unica lingua in tutto il Paese

Un unico linguaggio in tutta Italia per quanto riguarda ii livelli di allerta e le fasi operative nelle criticità ed emergenze idro-meteo di protezione civile: da oggi si chiameranno esclusivamente allerta "gialla", "arancione" o "rossa", mentre le fasi le fasi operative dichiareranno "attenzione", "preallarme", "allarme". Lo ha stabilito un domumente firmato poco fa dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio

Creare i migliori presupposti per l'omogeneizzazione dei metodi, la semplificazione delle procedure e una migliore efficacia complessiva del sistema di protezione civile: sono questi gli obiettivi principali delle "Indicazioni per l'omogeneizzazione dei messaggi di allertamento e delle relative Fasi operative per rischio meteo-idrogeologico e idraulico" firmate oggi dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio (e disponibili sul sito www.protezionecivile.gov.it)


"Oggi - si legge nel comunicato del DPC -  a undici anni dall'emanazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 che ha definito la nascita dell'attuale sistema di allertamento, incardinato nella rete dei Centri Funzionali - e anche sulla base della forte spinta impressa, dopo gli eventi alluvionali dell'autunno 2013, in sede di Conferenza delle Regione e Province autonome - è risultata più forte che mai la necessità di rafforzarne l'uniformità di impostazione sul territorio nazionale, tenendo ovviamente conto delle specificità e delle prerogative di ognuno, partendo dalle Regioni e dalle Province Autonome. La piena operatività dei Centri funzionali decentrati, infatti, rende fondamentale la necessità di uniformare sia i messaggi di allertamento sia la denominazione delle fasi operative, intese come sintesi delle azioni di prevenzione e gestione dell'emergenza che i sistemi territoriali mettono in campo in considerazione dell'allerta".

"Il primo risultato raggiunto - prosegue il DPC - è stata la creazione di una corrispondenza biunivoca tra i livelli di criticità e i livelli di allerta, così da "tradurre" l'informazione tecnico-scientifica in un'informazione più immediata soprattutto per i cittadini: non si parlerà più, quindi, di criticità "ordinaria", "moderata" o "elevata, ma di allerta "gialla", "arancione" o "rossa".
Determinante, però, continua a essere la conoscenza di cosa significa ciascuno dei tre colori in termini di scenario previsto e dei possibili effetti sul territorio, tutte indicazioni riassunte nella tabella allegata alle indicazioni operative. In particolare, è fondamentale conoscere il significato dei termini:
 - "allerta gialla" riassume uno scenario di evento che prevede allagamenti di sottopassi, rigurgiti fognari, ma anche fenomeni critici, ma localizzati, come frane, piene improvvise e colate rapide;
"allerta arancione" sta a significare che, in aggiunta, gli eventi previsti potrebbero provocare in maniera diffusa, fenomeni di inondazioni e di frane e colate in contesti geologici critici;,
- "allerta rossa" prevede che inondazioni e frane siano numerose e di maggiore entità ed estensione. Per ciascuno dei tre scenari sussiste il pericolo, da occasionale a grave, per la sicurezza delle persone.

Il secondo risultato raggiunto è stato quello di denominare in modo chiaro e uniforme anche le fasi operative che ai diversi livelli - da quello regionale al provinciale al comunale - i vari soggetti dichiareranno: "attenzione", "preallarme", "allarme".
Infatti, sulla base delle allerte "gialla" o "arancione" o "rossa", le autorità competenti individueranno, a ciascun livello territoriale, la fase operativa più adeguata per affrontare la situazione, senza però che vi sia un automatismo tra livelli di allerta e fasi operative, poiché la decisione di "mettersi" in attenzione piuttosto con i preallarme è strettamente connessa sia alla capacità di risposta della struttura e alla vulnerabilità del territorio sia alle informazioni provenienti non solo dalle attività previsionali ma anche dalle quelle di monitoraggio e sorveglianza.
I vincoli sono solo due: attivare almeno la fase di attenzione per un'allerta gialla e arancione e almeno la fase di preallarme per un'allerta rossa.
Le allerte delineano scenari non facilmente localizzabili e con un margine di incertezza previsionale tale da rendere necessaria la prontezza della risposta operativa: scopo delle indicazioni del Capo del Dipartimento è proprio quello di spingere il sistema di protezione civile a migliorare sempre di più, e a farlo in modo omogeneo".

"L'omogeneizzazione dei codici colore e delle fasi operative - conferma il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio - ha lo scopo di portare tutto il sistema di protezione civile a parlare, soprattutto ai cittadini, con la stessa lingua, in modo più chiaro e comprensibile di quanto accade oggi. Protezione civile, come ormai abbiamo imparato, è una materia che parte dal territorio e guarda all'interesse primario dei cittadini. Per questo non posso che ringraziare Regioni, Province Autonome e Anci per il lavoro fatto in questi anni, percorso che ci consente di avere, oggi, queste indicazioni".

 

(fonte: DPC  Giornale della Protezione Civile)

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